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ANGEL HEART - ASCENSORE PER L'INFERNO
(ANGEL HEART)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 31 dicembre 1987
 
di Alan Parker, con Robert de Niro, Mickey Rourke, Charlotte Rampling (Stati Uniti, 1986)
 
Se ANGEL HEART fosse un film, non dico modesto, ma conseguente. Se ANGEL HEART fosse (cio che riesce, quasi, ad essere nella prima parte) un poliziesco barocco alla CHINATOWN di Polanski. Se il suo autore si limitasse a sfruttare i propri innegabili doni espressivi, senza voler rifare ogni volta il mondo. Allora ANGEL HEART sarebbe un ottimo thriller, coraggioso in tempi di mezze misure e mezze calzette. E Alan Parker - che deve ripeterselo ogni mattina radendosi davanti allo specchio - un grande regista.

Invece, lo sappiamo da un pezzo, è bravissimo nell'effetto-choc, nel montaggio video-clip (cfr. il "lancio" del film, che è mille volte più efficace del film stesso). Nullo (si pensi a come riesce a mandare in vacca due opere ben avviate, come BIRDY o SHOOT THE MOON) quando intende addentrarsi nei meandri della psiche: figuriamoci qui, quando pretende infilare, in una sana inchiesta poliziesca di un'ora e tre quarti, nientemeno che cannibalismo ed incesto, amnesia e voudou, chiaroveggenza e spiritismo, Faust ed il Sabbath.

Il talento figurativo di Parker è un insulto alla miseria: se riesce, in solo colpo, ad immiserire il più grande attore nel mondo in un ruolo al quale non sembra dedicare un istante della propria attenzione (anche se non sembra essere la prima volta che de Niro, forse pago di tanto successo, si ritira in ruoli-apparizioni composti da poche accentuazioni di maniera, un po' come il Marlon Brando di fine carriera). A ridurre a semplice deambulazione mal rasata quel bel tipo di Mickey Rourke; ed a gazzosina analcolica la Charlotte ex portiera di notte.

In premio, la sequenza più orripilante dell'anno: due che fanno all'amore, mentre dal piano di sopra, attraverso il soffitto, comincia a piovere del sangue. Nel segno, pur abbondantemente saccheggiato, dell'amore e morte, sangue e sudore, sesso e salatini non s'era ancora fatto di peggio.


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