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DAWN Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 29 novembre 2015
 
di Romed Wyder, con Joel Basman, Sarah Adler, Liron Levi, Moris Cohen (Svizzera - Israele, 2014)
 
Assente dalla regia per grande schermo dal 2004 di ABSOLUT, film sul relatività della memoria e la fragilità dei ricordi (un ecologista diventava amnesiaco dopo avere introdotto un virus in un sistema informatico) il ginevrino Romed Wyder riprende vagamente quei temi virando sul concreto con DAWN.

L'alba, cioè. Attesa spasmodicamente, nella Palestina del 1947 per pochi mesi ancora sotto mandato della Gran Bretagna, da un gruppo di sionisti che tiene prigioniero un ufficiale britannico. Il dilemma è semplice, il finale forse altrettanto: l'ufficiale verrebbe giustiziato all'alba dal più giovane dei guardiani se, sull'altro fronte, l'identica sorte sarà riservata a uno dei loro, ostaggio a sua volta degli inglesi. Suspense, in 'attesa di una telefonata che metterebbe fine ad ogni scrupolo dei presenti. E interrogativo morale, particolarmente crudele per il giovane coscritto: al quale s'impone, quale opera d'iniziazione, di liquidare il prigioniero.

Basato sulla forza del romanzo omonimo di Elie Wiesel, e trattandosi di un conflitto ancora in atto, molti dei quesiti sollevati dal film conservano tutta la loro urgenza. Tanto più che in coda alla pellicola il regista ha creduto opportuno aggiungere un breve montaggio che sottolinea il seguito dei drammatici contrasti israelo-palestinesi che da quasi settant'anni ci separano dall'episodio di DAWN.

Condensando fra quattro mura e una notte l'ambiguità e gli interrogativi di quell'interminabile periodo (quanto giusto, e soprattutto quanto utile è il ricorso alla violenza da parte di individui e Stati nati dalla medesima violenza?), riconducendolo al confronto morale fra pochi personaggi, il film di Wyder percorre un itinerario di sublimazione che non è molto dissimile da quello di Wiesel. Bene interpretato e saggiamente impostato il film non può che sollecitare l'adesione di ogni spettatore. Forse, con qualche preoccupazione in meno di non debordare espressivamente sopra le righe, DAWN avrebbe mirato oltre la semplice adesione.


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