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DOMANI
(DEMAIN)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 17 ottobre 2016
 
di Cyril Dion e Mélanie Laurent, documentario (Francia, 2015)
 

Non succede ogni giorno che un documentario ecologista sia visto da più di un milione di persone, solo nelle sale francesi. Nemmeno, che un progetto che arrischiava di non mai decollare riuscisse a raccogliere in poche settimane buona parte del proprio finanziamento da oltre centomila persone. Quanto sta accadendo a Domani (a prescindere dalla qualità dei risultati cinematografici raggiunti, comunque encomiabili) rappresenta la prova di un fatto eloquente: un numero sempre più crescente di persone desidera informarsi, forse anche occuparsi degli argomenti trattati dal film. Questo, dopo aver finto per anni con sé stessi che si trattassero di fisime alla moda sollevate da quei simpatici di “verdi”.

Tutto è nato nel 2012 in seguito a un articolo apparso sulla rivista Nature: continuando a sfruttare a questo modo le risorse del nostro pianeta l’intera umanità è a rischio di sopravvivenza, addirittura entro il 2100. Prima di arrischiare di fare la fine dei dinosauri, gli autori di Domani, l’attrice-regista Mélanie Laurent e il giornalista Cyril Dion, hanno allora scelto di perlomeno reagire. Di non rassegnarsi. Senza diffidare, con una faciloneria, da nefasti e cosi radicali pronostici. Darsi da fare: testimoniando innanzitutto di tutti coloro che, nelle diverse parti del mondo, stanno contrattaccando. Con positività e non disperazione, iniziative spesso sorprendenti; al posto delle dichiarazioni d’impotenza sul diradarsi delle risorse, lo sfascio degli ecosistemi, l’irreversibilità del surriscaldamento climatico.

Una volta suddivisa la pellicola in capitoli intitolati agricoltura, energia, economia, democrazia ed educazione gli autori sono partiti per mezzo mondo alla ricerca dei tanti individui armati di buona volontà. Cittadini, apparentemente più felici, che hanno inventato non soltanto eoliche e pannelli solari. Ma pure un’agricoltura urbana, seminando per le strade e sui tetti (una soluzione che potrebbe anche attenuare lo squallore di certi centri “pedonali” che sappiamo?) e ottenendo in seguito gratuitamente terreni abbandonati nelle periferie. Introducendo monete locali al fine di rilanciare un’economia fatta di scambi ed investimenti reali; o, ancora, inventando forme più affidabili di democrazia e di rappresentanza politica.

Semplice, diretto e concreto il film percorre a quel modo un proprio cammino più entusiasticamente didattico che rigorosamente scientifico; evita i rischi del contraddittorio, ma pure il semplicismo della militanza. Se la sceneggiatura avrebbe forse potuto costruirsi con maggior rigore, evitando cosi qualche divagazione fuorviante sul percorso comunque formidabile della propria diffusione popolare, l’immagine curata e il commento musicale jazzy-pop della cantante svedese Fredrika Stahl concorrono a togliere a Domani l’approssimazione artigianale che penalizza molti manifesti ecologisti.

Dal generoso e quasi commovente elogio iniziale nei confronti di ogni forma di diversità alle progressive riflessioni su temi ormai epocali come la crescita ad ogni costo, l’espansionismo insensato della globalizzazione o l’accentuazione delle disparità economiche il film non perde mai il filo della propria umiltà: una delle ragioni del suo straordinario successo.


   Il film in Internet (Google)

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