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JACKIE Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 8 settembre 2016
 
di Pablo Larraín, con Natalie Portman, Peter Sarsgaard, Greta Gerwig (Stati Uniti - Cile, 2016)
 

Jackie è il primo film girato a Hollywood dal sempre più straordinario autore cileno di No, El Club, Neruda. Come nel titolo, Jackie non si perde per vie traverse, inizia e si sviluppa sui quattro giorni che incorniciano l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy. Ma, grazie ad un’arte della regia sempre più affinata di Pablo Larrain, accumula ulteriori dettagli,  aggiornate riflessioni e perfino inedite emozioni nella nostra memoria.

Una settimana dopo gli avvenimenti, non senza fastidio, la giovane vedova riceve nella casa di vacanza dei Kennedy a Hyannis Port un giornalista di Life. Ne risulterà qualcosa di diverso da un’intervista: le affermazioni di Jackie, dapprima ostili, quindi esitanti, infine rivelatrici, rappresentano progressivamente una cornice che viene non tanto a fondersi, ma a spiegare il dramma, talora meglio delle stranote immagini.

La particolarità del film rimarrà comunque la stessa: concentrarsi su pochi giorni di quel novembre 1963, evidenziarne la densità drammatica, ricavarne al tempo stesso degli aspetti a questo punto sorprendenti. La personalità di Jackie all’interno dei rapporti ambigui con il potere, la contrapposizione tra l’improvvisa,  brutale invasione nel dolore dell’intimo contrapposta alla sua rappresentazione pubblica. Strategica, ma infine maestosamente composta, scrutata attraverso gli occhi televisivi di tutto il mondo, ma infine rvelatrice.

Sono immagini che sono rimaste impresse nella nostra memoria collettiva. Ma cosi come Larrain ce le presenta, frammiste come sono fra parti ricreate ed altre appartenenti ai documenti d’archivio, fino agli spezzoni, spesso terribilmente crudi, in otto millimetri, la forza dell’impatto del commento musicale, ecco che l’assieme si carica di un’ordinata, progressiva, vieppiù commossa ma costantemente lucida energia. Il film ci impedisce in continuità di distinguere l’autentico dal falso, il documento indimenticabile, eventualmente ufficiale, dalla finzione. Nelle ragioni di un’ulteriore, rinnovata emozione.

All’interno di quel tragico girotondo lo spettatore è ricondotto continuamente a lei, a Natalie Portman. Pablo Larrain l’ha spesso ripetuto: Jackie Kennedy rimane un mistero che nessuno ha mai risolto. Ma l’attrice, dietro l’eleganza e la riconoscibilità dei tailleurs Chanel, la pettinatura, le movenze, accomuna una certa sua raffinata freddezza con l'icona che sappiamo della celebre protagonista. Ambedue, verrebbe da dire, costantemente presenti: vere e glaciali, incredibilmente mimetiche e diverse.


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