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(ASH IS THE PUREST WHITE)
(JIANG HU ER NU)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 9 maggio 2019
 
di Jia Zhang-ke, con Zhao Tao, Liao Fan, Feng Xiaogang (Cina, 2018)

Ottenibile in DVD/Blu-ray

 

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Jia Zhang-ke continua a parlare della Cina, e di come si stia trasformando la società, l’economia e di conseguenza la moralità dei propri abitanti. Di una migrazione, intima e più concreta nello spazio, come vana soluzione a una perenne situazione di sottomissione dell’individuo. Mentre, come sempre, il fascino di questa sua visione nasce da un connubio fra il documento più reale e la finzione a tratti più crudele.

Così in questa storia. S'inizia nella zona mineraria di Datong di recente impoverita, e  Qiao, la donna del capo gang locale, tenterà d’imbrigliare le carte di quell’eterna condizione. Un arduo cammino, che per Qiao inizierà male: per proteggere il suo capo-banda Bin durante una rissa sparerà a vuoto sugli assalitori. Ma in Cina non vanno per il sottile: e per lei saranno cinque di anni di prigione. Al suo ritorno nulla sarà come prima, anche perché il film si sarà protratto sull’arco di quasi 20 anni.

Zhangke ha recuperato materiale scartato da Piaceri sconosciuti (2002), Still Life, fino a Al dilà delle montagne; tutto per dimostrare come in un Paese di furibonda espansione l’ambiente, ma anche gli individui, mutano costantemente. Ne nasce un mix magico fra noir e fantascienza, commedia musicale e documentario. Ad alluminarlo, a compimento dell’arte del cineasta, la presenza di quella che è la sua donna dal 2000 di Platform: il magnetismo della presenza di Zhao Tao è inconfondibile.

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Jia Zhang-ke continues to talk about China, and how it is transforming society, the economy and consequently the morality of its inhabitants. Of a migration, intimate and more concrete in space, as a vain solution to a perennial situation of submission of the individual. While, as always, the charm of this vision of his arises from a combination of the most real document and the sometimes cruelest fiction.

So in this story. It begins in the recently impoverished mining area of Datong, and Qiao, the woman of the local gang leader, will attempt to bridle the cards of that eternal condition. A difficult path, which for Qiao will start badly: to protect his gang leader Bin during a brawl, he will shoot the assailants in vain. But in China they don't go for the subtlety: and for her it will be five years in prison. When she returns, nothing will be the same as before, also because the film will have lasted almost 20 years.

Zhangke has recovered discarded material from Unknown Pleasures (2002), Still Life, up to Beyond the Mountains; all to show how in a country of furious expansion the environment, but also individuals, are constantly changing. The result is a magical mix of noir and science fiction, musical comedy and documentary. To illuminate it, to complete the filmmaker's art, the presence of what has been his woman since Platform 2000: the magnetism of Zhao Tao's presence is unmistakable.

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