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IL RULLO COMPRESSORE E IL VIOLINO
(KATOK I SKRIPKA)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 8 agosto 1991
 
di Andrei Tarkovski (Unione Sovietica, 1960)
 
La locandina del film

È il film di fine studio del grande regista russo, girato due anni prima dell'INFANZIA DI IVAN (1962).

Co-sceneggiato da Andrei Konchalovski, sono 50 minuti senza un momento di cedimento, spirituale o formale. Con i colori saturi di una immaginazione già trascendente (le pozzanghere con il rosso del trattore che si frantuma nella goccia che cade, la demolizione del vecchio immobile oscuro che si schiude come una corolla nella luminosità di un immenso palazzo) Tarkovski tocca subito le corde che lo renderanno celebre. Il ragazzino violinista diventa amico del meccanico che lo difende dai monelli della strada: le vie dell'arte e quelle del lavoro manuale riescono ad incontrarsi (anche se forse per un istante di grazia: la mamma impedirà al ragazzino di raggiungere al cinema il nuovo Amico). E non è detto che siano le prime ad essere toccate dalla grazia e dal privilegio: certo è che il violinista preferirebbe di gran lunga occuparsi del rullo compressore piuttosto che dello Stadivari...

Come nei film più grandi che verranno, delle immagini d'impeccabile realismo (d'iperrealismo fotografico) rinviano continuamente a dei significati più grandi ed eterni: il mondo dello spirito dietro a quello della materia, la metafisica resa palpabile, il salto nell'ignoto che angoscia ed incanta, presagio al viaggio nell'aldilà di STALKER.


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