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di Jean-François Amiguet, con Jean-Luc Bideau, Clémentine Beaugrand
(Svizzera, 2010)
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L'incontro con l'equilibrio eterno offerto dalla natura, il rifugio dalle ferite inferte all'individuo dalla società o dal destino ha dato alla luce, da JEREMIAH JOHNSON di Sidney Pollack a IL NUOVO MONDO di Terence Malick capolavori indimenticabili. Nulla da rimproverare, di conseguenza, al nostro Amiguet di aver seguito quell'encomiabile cammino. La giovane marginale con cane, il furto dell'uovo Fabergé, la fuga in Francia; ma, prima, l'incontro con Bideau nelle vesti d'uomo delle nevi, qualche squarcio, mirabile e insistito, sulle montagne nel silenzio sotto la neve, l'assenza del sole, l'eco degli animali, la caccia alla selvaggina. Ma è lo stile ad essere sconsolatamente tradizionale. E quindi la vicenda prevedibile, la progressione drammatica faticosa, il tono pietistico. La magia, cosi affannosamente inseguita, assente.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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