COME TI SPACCIO LA FAMIGLIA (WE'RE THE MILLERS) |
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di Rawson Marshall Thurber, con Jennifer Aniston, Jason Sudeikis, Emma Roberts, Nick Offerman
(Stati Uniti, 2013)
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Non lamentatevi del fatto che al cinema non si ride abbastanza. O che i critici prediligano esclusivamente i film pallosi. COME TI SPACCIO LA FAMIGLIA ( e la cosa più cretina di un film che a torto potrebbe essere ritenuto soltanto tale è proprio il titolo della versione italiana di WE'RE THE MILLERS) è un'esilarante commedia. Alla quale è assolutamente godibile lasciarsi andare con risate anche plateali. Con un ulteriore motivo di curiosità: che per inaugurare quella che una volta veniva definita un po' pomposamente la stagione cinematografica (e ora, lamentosamente, motivo di riflessione sull'agonia del cinema nelle sale) ci sia affidati a due film controcorrente. Trash, non esattamente consensuali... Questo, di Rawson Marshall Thurber; oltre a E' STATO IL FIGLIO di Daniele Ciprì, episodio insolitamente trasgressivo nella selezione italiana di Venezia 2012. Il primo è qualcuno che già dieci anni fa, in DODGE BALL (PALLE AL BALZO), si era particolarmente segnalato nei confronti del salutismo imperante; con un Ben Stiller che, nelle vesti di direttore di un centro di fitness ai vertici dell'autocompiacimento, campava una satira abnorme, quasi oscena, di un certo tipo di narcisismo epocale. Ora, in WE'RE THE MILLERS, Thurber riprende, forse con una cattiveria un poco smussata dai tempi che corrono, la propria crociata nei confronti del politicamente corretto. E immagina uno spacciatore d'erba ricattato dai suoi potenti e ovviamente truci fornitori che per venirne fuori s'inventa l'operazione da urlo: andare a rifornirsi di una quantità industriale di dosi direttamente in Messico, presso i vertici infrequentabili dell'infernale piramide. Come evitare però di dare nell'occhio al momento del transito con il suo camper attraverso la frontiera? Inventandosi una rassicurante famigliola, i Miller appunto. Per madre di famiglia c'è pronta la vicina di casa, spogliarellista (a contro impiego, una Jennifer Aniston dalla carriera non esattamente hard), e due adolescenti, imbranato ovviamente il primo, l'altra scatenata e non solo a colpi di percing. Thurber cavalca così con notevole destrezza la satira della famiglia middle class, che appartiene da sempre alla grande tradizione del cinema americano; e gli riesce - cosa assai più difficile - di andare arditamente sopra le righe senza perdere (quasi mai) il filo della propria carica comica. Rimane infine la curiosità istruttiva di un cinema sempre trainante come quello americano, che sempre di più sembra ricorrere nelle sue opere più interessanti alla parodia e al burlesco. Alla faccia di quei blockbuster ormai spremuti fino all'osso nella loro seria infinita di remake che sembrava costituire l'ultima spiaggia dell'industria hollywoodiana affidata ai pop-corn.
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