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di Fernando Trueba, con Penelope Cruz, Jorge Sanz
(Spagna, 1993)
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A sorpresa, per una di quelle sorprese che lo hanno sempre reso più capriccioso che degno di rispetto, l'Oscar per il Miglior film straniero è andato a questo film simpatico ed inoffensivo, piuttosto che al capolavoro di Chen Kaige, ADDIO MIA CONCUBINA. Nel 1931 di Spagna, a cavallo fra l'agonia della monarchia e l'avvento di Franco, un giovane disertore si rifugia nella casa di campagna di un vecchio pittore libertario. E, soprattutto, nel letto delle sue quattro figliole, una più squisita dell'altra: dalla vedovella dai provvisori pudori alla maschietta volitivamente determinata, dalla voluttuosa merlettaia iperfemminile alla romantica che non disdegna il pragmatismo, sarà tutto un girotondo alla Ophuls, con un pizzico di sensualità alla Renoir, e l'agrodolce alla Bunuel. Solo che Trueba incassa dai tre, e restituisce tenendosi gli interessi: il film, e le tre figliole di Manolo, sono gradevoli. Può bastare, com'è bastato ai giurati dell'Oscar.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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