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di Ferzan Ozpetek, con Giovanne Mezzogiorno, Raoul Bova, Massimo Girotti, Filippo Nigro
(Italia, 2003)
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Anziano, omosessuale, amnesiaco, ebreo, deportato che ancora indulge a ritornare nel Ghetto, Massimo Girotti (l'elemento di commozione e tenuta maggiore in LA FINESTRA DI FRONTE) s'introduce nella vita di una giovane madre di famiglia in crisi da tentazione d'infedeltà: chiarendole il concetto che ogni amore impossibile conduce alla emarginazione più che all'evasione. Nel tempo (flashback piuttosto stantii), nello spazio sociale (gli ambienti proletari, la precarietà del lavoro che conduce a quella dei sentimenti) il regista de IL BAGNO TURCO costruisce il privato della sua commedia umana. Rispetto al precedente e fortunato LE FATE IGNORANTI al film manca la disincantata leggerezza, nella recitazione ma pure nella scrittura, che lo rendevano altrimenti godibile. Sarà perché tradito da una esagitata Giovanna Mezzogiorno e da un Raoul Bova stoccafisso assente, le emozioni stentano terribilmente ad imporsi: quasi costrette dai voleri della sceneggiatura ad inerpicarsi per sentieri sottolineati e prevedibili che una regia priva di sfumature non riesce a sublimare.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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