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di Ulrich Seidl, con Maria Hofstätter, Victor Hennemann, Georg Friedrich, Christine Jirku
(Austria, 2001)
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In un canicolare week-end estivo, una donna esce da un incontro di sesso di gruppo per recarsi a portare i fiori su una croce; ai bordi dell'autostrada dov'è perita la figliola. E' la prima di una serie di episodi che si celano all'interno del cerchio sempre più infernale delle villette ben allineate. Universo maniacale, ambientato iperrealisticamente nell'ordinata periferia viennese, che i sistemi di allarme difendono quando i cani lupo non ce la fanno più. In un film dove la disperazione si sostituisce ben presto alla derisione, la solitudine alla provocazione. Non tanto lo scandalo (un deficiente costretto da un suo pari ad intonare l'inno nazionale con una candela infilata dove pensate); ma la volontà feroce e non soltanto voyeuristica di andare ad osservare quanto succede nell'intimo delle abitazioni: all'interno di un io sempre più protetto, dall'ipocrisia, o anche soltanto dall'impossibilità di dialogare. Come in quello strip tra l'assurdo ed il disperato dell'anziana governante, in nome della soddisfazione del vedovo.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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