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L'ENIGMA DI KASPAR HAUSER
(JEDER FUER SICH UND GOTT GEGEN ALLE)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 25 novembre 1976
 
di Werner Herzog, con Bruno S., Walter Ladengast, Brigitte Mira (Germania, 1974)
 
Apparentemente, L'ENIGMA DI KASPAR HAUSER è la cronaca di un fatto autentico, chiacchierato nei salotti dell'Ottocento: la comparsa misteriosa, in un villaggio bavarese, di un individuo allo stato semiselvaggio, il tentativo di “educazione” da parte della popolazione, le congetture sulle sue origine (si disse anche che si trattava di un figlio di Napoleone messo in disparte), la sua altrettanto incomprensibile uccisione.

In effetti, il cinema di Herzog e una meditazione sulla condizione umana, sulla ragione di essere dell'uomo sul suo destino, sull'intervento della civiltà, sulla degenerazione dei processi che tramandano la cultura i valori, le aspirazioni della nostra società. E così la scrupolosa, sapiente e bellissima ambientazione di KASPAR HAUSER, la collocazione impeccabile dei personaggi e degli oggetti nel quadro dello schermo serve ad Herzog per fuggire dal vero, dalla realtà. Per raggiungere la dimensione della meditazione, del significato universale ed eterno.

Kaspar è il selvaggio, il fanciullo, buono e intelligente che l'uomo, con la sua presunta civiltà, morale, religione non può che gustare, distruggere e uccidere. Ma il film trascende il didattico, l'enunciazione zelante di un postulato. Il cinema di Herzog è quello di un visionario, di un poeta del fantastico, forse fra i più grandi (le prossime opere del regista ce lo diranno) del cinema contemporaneo. L'uomo in nero, che spinge Kaspar al centro del villaggio, all'inizio, e che lo pugnala alla fine, non è soltanto un personaggio enigmatico. Traduce al contrario i dubbi sulla ragione di essere di tutta una società: perché viene data alla vita a Kaspar, e perché gli viene tolta? L'uomo, nell'opera di Herzog, è ridimensionato all'infinitesimamente piccolo: e la sua evoluzione, o involuzione, è vista dall'alto, da una commovente prospettiva lontana, sapiente e critica.


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