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di Arnaldo Jabor, con Sonia Braga, Paulo C. Pereio
(Brasile, 1981)
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Tragicommedia in un appartamento sopra Copacabana: se il regista è noto ai cinefili sin dai tempi del movimento d'avanguardia Cinema Nuovo, lui, l'attore, è un ottimo caratterista. Ma il successo popolare del film, inutile cercare troppo lontano, è dovuto alla diva brasiliana per eccellenza. Sonia Braga, che qui è brava, molto bella e uscita direttamente da un paradiso terrestre senza l'ombra di una mela. Le ambizioni di Eu te amo si riallacciano alle opere precedenti di Jabor (Ogni nudità sarà castigata, 1972, e O casamento, 1974): sfruttamento dell'audiovisivo a fini psicologici, parodia del genere pornografico, assai popolare in Brasile, studio semiserio dei rapporti affetto-desiderio e fantasticherie varie. Il tutto non disgiunto da un riferimento costante alla situazione economica e politica del Paese, più o meno allegramente paragonata a quanto avviene nella garçonnière del protagonista. Il meglio del film sta nel suo tono nella sua volontà di sdrammatizzare il rito sessuale e valorizzare l'affettività, di dissacrare (anche se l'equilibrio fra il serio e il faceto non rende sempre chiarissimo il discorso dell'autore) i psicanalismi imperanti ed i simbolismi di comodo. Meno convincente ci è invece sembrata la scelta di certe tinte espressive, anche se possedute con notevole mestiere: la facilità di certe inquadrature compiaciute, la scelta delle musiche più convenzionali di Jobim o Chico Buarque, probabilmente intese a far poesia, e non parodia. Certo, un film osato, nella politica e nei costumi della produzione sudamericana. Ma forse con un po' troppa carne sul fuoco: un po' più di ordine, fra un orgasmo e l'altro, non avrebbe guastato.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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