"007-fili, niente paura: questo Bond, interprete shakespeariano dalle bizze di suonatore di flamenco non vi deluderà.Intendiamoci; niente di eclatante sotto il sole - questa volta cubano - dell'agente segreto più celebre al mondo. Anche perché i romanzi del purtroppo defunto papà Fleming sono ormai stati saccheggiati fino in fondo; e non rimane ormai, come in questo caso, che prendere un po' di qui e un po' di là, riutilizzare gli scampoli per riuscire quello che assomiglia sempre più ad un pot-pourri di genere.
Qualcosa (gli ambienti, le situazioni, i gadget, i personaggi) di clamorosamente deja vu: dal sottomarino tascabile al sommozzatore cattivo che ti strappa il tubo, dalla macchina fotografica che si trasforma in mitra alla pistola - giarrettiera fra le cosce della bionda.
Se VENDETTA PRIVATA funziona egualmente è perché John Glen (lo si era già notato in passato) ci sa fare nelle scene d'azione: l'inizio fra gli stunt-man del cielo (anzi, pare che il nostro Timoteo si rifiuti di farsi doppiare, e sia veramente lui a penzolare nel vuoto) ed il finale con le auto-cisterna impazzite appartengono alle migliori sequenze mozzafiato.
Ma soprattutto perché, piuttosto che cercare nuove impossibile trovate, il film sembra rivisitare a suo modo certi miti trascorsi. Così la sceneggiatura costruisce personaggi che arrivano a coinvolgersi personalmente: passioni, vendette, tradimenti, e tutta la serie dei voltafaccia che giustificano l'abbandono dei vari sensi del dovere. Fino a formare uno di quegli intrecci, improbabili quanto certe meraviglie salgariane, che ci deliziavano nei film d'esotismo e spionaggio di quando le agenzie turistiche non organizzavano ancora i safari nella giungla col gommone.
Aggiunti ad un uso della forza più primitivo che gadgestico, e del colore che spedisce nell'iperrrealismo la tenzone di turno (trafficanti di droga contro DEA), VENDETTA PRIVATA compie tutto ciò che il suo eroe sembra rifiutarsi di fare, il proprio dovere."