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SIRENE
(SIRENS)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 13 marzo 1995
 
di John Duigan, con Hugh Grant, Sam Neill, Tara Fitzgerald, Elle MacPherson (Australia, 1994)
 
Elle Mac Pherson
"Della serie: quando gli infreddoliti puritani, frustrati del Nord scoprono il calore sensuale, liberato di quelli del Sud. Per l'ennesima variazione sul tema, gli australiani risalgono agli anni Trenta: il che permette pur sempre di far transitare qualche vecchia Ford fra i canguri, e scapigliare sotto il pallore dei capellini di feltro le tradizionali verginelle d'epoca regolarmente assatanate.

In quanto al vescovo di Sidney, preoccupato per la scandalo che avrebbe potuto provocare l'esposizione di un pittore blasfemo (Norman William Lindsay, scomparso nel 1969), non avrebbe trovato di meglio che spedire nel profondo del bush un giovane prete anglicano: accompagnato dalla sua altrettanto giovane, forzatamente seducente ed ovviamente frustrata consorte.

Mezzo secolo più tardi, per non essere da meno in quanto a lungimiranza, ecco il regista John Duigan che provvede alla scelta del cast: l'idolo acquaesapone delle nostre signore Hugh Grant nei panni del curato, la celebre topmodel Elle MacPherson detta The Body in quelli della più vispa fra le modelle (sirene, nel film) che svolazzano discinte quando non posano per l'artista in questione (Sam Neill, ancora con la testa fra i dinosauri di JURASSIC PARK).

Cosa possa succedere è assai meno arduo da immaginare di "come" tutto ciò succeda: ci si bagna nello splendido stagno circondati da serpenti così pratici per suggerire simbolici fallici, ci si lecca (soprattutto la top) le dita intrise nel miele nel caso non si fosse afferrato il concetto, c'è il cieco (altrettanto pratico nel tema dell'iniziazione) bello ed ignudo che si masturba (niente paura, soft come il resto) nella natura, le modelle che non trovano di meglio per passare le serate che giocare a strip-poker con due pastori del loco, l'immancabile stallone bianco circondato dall'alone di luce strigliato dal cieco di cui sopra.

Manca il celebre flou alla Hamilton. Ma l'idea è sempre la stessa: contrabbandare l'ipocrisia estetica del non-detto sotto le spoglie levigate che si vorrebbero liberatorie. Dopo aver ridicolizzato fra vezzi e moine i moti femministi dell'epoca, rivelata ai sensi la sposina e magari ai doveri coniugali pure don Grant, il film termina come doveva: restituendo i due ad un ordine matrimoniale che ci assicurano ringalluzzito."


   Il film in Internet (Google)

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