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di José Luis Guerín, con Pilar López de Ayala, Xavier Lafitte
(Spagna, 2007)
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I primi dieci minuti di un film che risulterà essere praticamente muto (scopriremo dopo questa sua rivelazione alla Mostra di Venezia - ma era già a Cannes nel 90 con INNISFREE - che uno dei riferimenti dell'esordiente regista spagnolo è stato da sempre il cinema di Murnau; ma pure di un moderno parco di suoni e furori come Bresson), il protagonista seduto a letto che medita sul foglio bianco, fanno temere il peggio. Poi, sempre navigando in un cinema di osservazione che rifiuta le regole dello spettacolo corrente, la matita del nostro disegnatore inizia a riprendere tutti i profili che, seduto alla terrazza del caffè il teleobiettivo curioso del regista sceglie per il proprio sguardo. Inseguirà una bella (che già lo aveva folgorato in passato?) per le strade della città con una determinazione un po' adolescenziale. Ma mai banale. Bastavano forse sessanta minuti. Ma è un altro discorso, che non riguarda soltanto l'enfant prodige di Spagna. Beamoci, intanto, del suo romanticismo, inciso nella realtà come un documentario poetico.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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